Ognuno di noi apprende in modo diverso, utilizzando canali sensoriali e strategie cognitive specifiche. Il segreto per il raggiungimento del successo scolastico è adottare uno stile di apprendimento preferenziale, un modo tipico e stabile di percepire, elaborare, immagazzinare e recuperare le informazioni (Mariani, 2000).

Gli stili di apprendimento sono, quindi, caratteristici comportamenti cognitivi, affettivi e fisiologici che funzionano come indicatori relativamente stabili di come gli allievi percepiscono l’ambiente di apprendimento, interagiscono con esso e vi reagiscono (Keefe, 1979).

Una didattica efficace dovrebbe valutare lo stile di apprendimento di ogni studente al fine di facilitare il raggiungimento degli obiettivi educativi prefissati. In particolare, agli studenti con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) si accompagnano stili di apprendimento e caratteristiche cognitive specifiche che è importante riconoscere per la predisposizione di una didattica personalizzata efficace, elemento essenziale e dirimente per i loro successi scolastici.

I CANALI SENSORIALI: DIVERSI MODI DI PERCEPIRE

Lo stile di apprendimento tipico di una persona rimanda alla modalità sensoriale attraverso cui si percepiscono le informazioni e, pertanto, all’uso di un canale sensoriale preferenziale che permette di percepire gli stimoli provenienti dall’esterno. L’accesso all’informazione è il prerequisito indispensabile di qualsiasi apprendimento e ogni persona ha la sua modalità preferenziale. I canali sensoriali, mediante i quali l’informazione viene percepita, comportano un modo diverso di accesso alle informazioni, influenzandone conseguentemente gli stili di apprendimento. Si definiscono quattro principali canali sensoriali con cui l’informazione può essere recepita, caratterizzanti la modalità di accesso alle informazioni (Mariani, 2000):

  • Canale visivo-verbale: si prediligono la letto-scrittura e il codice linguistico, in quanto vengono ricordate meglio le informazioni presentate in modalità scritta. Per questo canale, le strategie di apprendimento preferenziali sono: la lettura ripetuta sottolineando frasi o periodi da rielaborare in formato scritto, riassunti nei quali vengono esplicitati tutti i nessi logici del discorso e appunti presi mentre si ascolta la lezione, associando grafici ed immagini alla spiegazione scritta.
  • Visivo non verbale: si preferiscono gli strumenti che facilitano la memoria visiva (immagini, schemi, mappe, fotografie). Chi preferisce questo canale predilige strategie di apprendimento per mappe multimediali in cui vengono inserite le parole-chiave, le immagini e i grafici per riassumere il materiale da studiare;si utilizzano colori differenziati per concetto e schemi organizzati a livelli gerarchici e si sfrutta il supporto di simboli rappresentativi per il recupero dei contenuti e di indici testuali prima della lettura dell’argomento da studiare.
  • Uditivo: si prediligono l’ascolto e la partecipazione a discussioni e lavori di gruppo. Tra le strategie di apprendimento preferenziali sono favorite il prestare attenzione alla spiegazione in classe, le registrazioni riascoltate in differita, la trasformazione di pagine di libro in formato audio da riascoltare e l’utilizzo della sintesi vocale di lettura.
  • Cinestetico: si preferisce l’interiorizzazione di esperienze concrete e le sperimentazioni pratiche. Nello studio, tra le possibili strategie di apprendimento, si possono prediligere gli esempi concreti, il role playing, l’uso di mappe e disegni sugli argomenti da studiare e la suddivisione chiara tra i momenti di studio e quelli di pausa.

I bambini con DSA sicuramente non preferiscono il canale visivo-verbale, a causa delle loro difficoltà; inconsapevolmete quest’ultima influenza la scelta dello stile di apprendimento, portando a prediligere strategie alternative.

Solitamente, lo stile di apprendimento preferenziale di bambini con DSA potrebbe essere quello visivo-non verbale, in quanto essi processano molto bene le informazioni veicolate da questo canale; la memoria visiva è un loro specifico punto di forza, perchè hanno un modo di pensare visivo, piuttosto che verbale (Morgan & Klein, 2000).

In aggiunta, spesso, hanno buone capacità uditive e cinestesiche che potrebbero essere potenziate utilizzando specifici strumenti (quali audiolibri, sintesi vocale eregistratori) e organizzando laboratori didattici pratici ed esperienziali.

STILI COGNITIVI: DIVERSI MODI DI RIELABORARE

Lo stile di apprendimento dipende anche dagli stili cognitivi adottati e il processamento dell’informazione avviene sulla base di questi (De Beni, 2003).

Gli stili cognitivi sono la modalità di elaborazione dell’informazione che la persona adotta in modo prevalente, che permane nel tempo e si generalizza a compiti diversi (Boscolo, 2006). Lo stile cognitivo può essere concepito come la predisposizione ad adottare strategie di apprendimento preferenziali indipendentemente dal compito richiesto. Pertanto, questo influenza le strategie che lo studente utilizza nel risolvere un compito ed è strettamente legato allo stile di apprendimento; è una preferenza nell’uso delle abilità personali (Messick, 1984).

A sua volta, il successo dovuto all’adozione di quello specifico stile, ne determina la perseveranza da parte dello studente: tenderà ad utilizzarlo nuovamente in futuro. La ricerca ha portato all’individuazione di diverse tipologie di stili cognitivi; quelli su cui concorda la maggioranza della letteratura coinvolgono i cinque momenti dell’elaborazione dell’informazione (Cornoldi e De Beni, 2002):

  • Sistematico-Intuitivo:riguardano la modalità di classificazione e formulazione di ipotesi. Nello stile sistematico l’individuo tende a risolvere un problema esaminando tutte le variabili implicate e usando una strategia graduale per avvicinarsi alla soluzione. Nello stile intuitivo, invece, il soggetto tende a formulare un’ipotesi risolutiva e procede con le verifiche per poterla confermare.
  • Globale-Analitico: concernono la preferenza a livello percettivo per la considerazione dell’insieme o del dettaglio. Chi adotta lo stile cognitivo globale predilige una visione d’insieme del materiale da imparare, spostandosi dal generale al particolare; mentre, chi predilige lo stile cognitivo analitico preferisce partire dai dettagli per ricostruire man mano il quadro generale.
  • Impulsivo-Riflessivo: riguardano il modo in cui si affronta un problema a livello decisionale. Il soggetto impulsivo fornisce una risposta secondo l’impressione dell’attimo, pur rendendosi conto di essere stato frettoloso, rispetto a quello riflessivo che si concede del tempo per pianificare il discorso.
  • Verbale-Visuale: sono trasversali ai vari compiti cognitivi perchè riguardano la percezione (i tipi di informazione su cui è focalizzata l’attenzione), la memoria (i tipi di informazione meglio registrati e il modo in cui sono immagazzinati) e le preferenze di risposta. Il soggetto che adotta uno stile cognitivo verbale legge, ascolta e considera le informazioni come codici linguistici, mentre quello con stile cognitivo visuale è attratto da rappresentazioni grafiche nelle quali le informazioni di natura visuo-spaziale hanno un’interfaccia con il codice verbale.
  • Convergente-Divergente: valorizzano l’aspetto dell’autonomia e del modo personale di affrontare lo studio. Il soggetto con uno stile convergente adotta una logica lineare privilegiando soluzioni condivise e routinarie e seguendo la logica e i principi lineari. Quello con stile divergente, invece, esprime preferenze multiple procedendo autonomamente e creativamente, con la possibilità di generare risposte insolite e diverse.

È opinione condivisa che suddetti stili cognitivi siano acquisiti in modo preponderante attraverso la socializzazione: fin dall’infanzia, infatti, percepiamo che determinati stili vengono ricompensati più di altri.

Nella scelta iniziale della modalità di elaborazione delle informazioni, il bambino sarebbe influenzato dalle sue caratteristiche innate, ma giocherebbe poi un ruolo fondamentale l’ambiente per rinforzare o meno tale predisposizione attraverso i condizionamenti dovuti al genere, all’età, all’educazione scolastica e allo stile educativo (Allen, Watson e Howard, 1993).

In termini di educazione, la scuola ha il compito di promuovere un apprendimento plurimo ed è compito del bambino sperimentare le varie modalità in cui si può apprendere.

In particolare, lo studente con DSA tende ad avere uno stile cognitivo globale piuttosto che analitico (Cornoldi, De Beni e Gruppo MT, 2002), ovvero è portato a focalizzarsi sull’aspetto generale dell’argomento, organizzando un’idea complessiva, creando associazioni fra più concetti e ragionando in parallelo. A conferma di questo, i DSA hanno difficoltà ad analizzare le informazioni in serie e coglierne nessi causali, perciò prediligono un’insegnamento basato su un’idea generale dell’argomento a partire dalle idee fondamentali e portanti, senza segmentarlo in parti.

Inoltre, ulteriore conferma è che il pensiero globale è spesso legato ad uno stile cognitivo visivo pittosto che verbale(Morgan e Klein, 2000). Altre ricerche avvallano l’ipotesi che i bambini con DSA hanno anche uno stile cognitivo divergente più sviluppato della popolazione normativa (Grenci, Amodio, Bandello, 2007) che li portebbe ad essere creativi, a sviluppare facilmente nuove idee e soluzioni, trovare nessi e connessioni inusuali, approcciare le materie scolastiche in modo nuovo e vedere i fenomeni da molteplici prospettive. Bisognerebbe potenziare questo stile cognitivo stimolando l’uso spontaneo diassociazioni e rielaborazioni personali con materiali ed esperienze non necessariamente scolastiche e favorendo la creatività, il ragionamento e il problem solving senza richiedere l’applicazione di procedure standardizzate e mnemoniche.

CONSIGLI PRATICI

Nell’ambito della ricerca metacognitiva, c’è ormai un generale accordo nel sostenere che il modo in cui le persone possono sfruttare le loro attitudini e applicare le strategie di cui dispongono abbia una forte ricaduta sulla qualità dei loro apprendimenti (Armstrong, 2000).

Oggi la scuola è chiamata a predisporre percorsi di apprendimento che rispettino le differenze individuali legate a interessi, capacità, ritmi, stili cognitivi e di apprendimento; l’attenzione deve spostarsi sempre più verso le caratteristiche che differenziano gli individui, piuttosto che sui tratti comuni (Price, 2004).

L’apprendimento, infatti, è visto come il risultato di un processo il cui fulcro è il binomio persona-situazione, su cui influiscono i metodi di insegnamento quanto le differenze individuali (Boscolo, 2006). E’ importante impostare una didattica che sia il più possibile funzionale allo stile di apprendimento individuale e alla scelta degli strumenti compensativi, al fine di garantire il migliore adattamento scolastico. Nello specifico, si potrebbe sostenere che generalmente i bambini con DSA tendono ad avere stili di apprendimento visivi, uditivi e cinestesici e che prediligono un approccio all’apprendimento di tipo globale, creativo e divergente; di conseguenza, sarà necessario oreintare la didattica sugli aiuti visivi, sull’ascolto e sull’esperienza pratica.

  • Per favorire il canale visivo non verbale è importante che lo studio sia supportato da mappe concettuali povere di informazioni scritte e ricche di parole chiave da ricordare ,affiancate da un’immagine che ne rappresenti il termine. In una mappa senza immagini, a colpo d’occhio, è difficile recuperare le informazioni richieste e la memoria visiva ed il canale non verbale non ne verrebbero agevolati. È fondamentale selezionare le immagini insieme al bambino, in quanto devono essere evocative, cioè rappresentative per il recupero delle informazioni. Le mappe non sono di facile costruzione per i bambini, pertanto bisognerebbe facilitare la comprensione del testo da schematizzare portandolo a ragionare sugli indici testuali (titolo, sottotitoli, immagini, didascalie e parole-chiave) che sono necessari per aiutare il bambino a capire di cosa parlerà il testo e quali saranno le informazioni più importanti.
  • Per favorire l’uso del canale cinestetico, un punto di forza nei bambini con DSA, è importante aggiungere alle spiegazioni teoriche anche esempi pratici e concreti con un materiale che il bambino possa vedere, toccare e manipolare. Attraverso la concretezza, potrebbe essere stimolato anche nel ragionamento intuitivo e nello sviluppo di inferenze sugli argomenti trattati.
  • Per stimolare l’uso del canale uditivo è importante prediligere le spiegazioni orali senza troppi riferimenti al testo scritto, allenare all’uso dei libri digtali con la sintesi vocale, agli audiolibri per leggere i testi di narrativa, alla registrazione delle lezioni per risentirle in differita e all’auto-registrazione mentre sono ripetuti gli argomenti studiati. Quest’ultima strategia può essere molto utile per favorire la capacità di auto-correzione, metacognizione e auto-efficacia: il bambino diventa più consapevole di cosa sbaglia, di come funziona, di quali sono le attività in cui fa più fatica e quelle dove riesce bene, acquisendo maggior controllo su di sè ed ottimizzando le sue risorse.

Per ogni studente è importante partire dai suoi punti di forza, ma soprattutto non generalizzare: è fondamentale comprendere che i bambini sono tutti diversi, non sono un esercito di soldatini che seguono gli ordini marciando al passo.

“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia”(Pennac, 2008).

Dott.ssa Marrone Benedetta

Psicologa dell’apprendimento – Centro Newton

BIBLIOGRAFIA

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Cornoldi, De Beni, Gruppo MT, “Imparare a Studiare 2”, Trento, Erickson, 2002.

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Grenci, Amodio, Bandello, “Creatività e pensiero divergente: il Test TCD utilizzato in un gruppo di bambini dislessici”, X Congresso AID, Bologna, 2007.

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Morgan E., Klein C., “The Dyslexic Adult in a Non-Dyslexic World”, Whurr, London (2000)

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