La musica, come il linguaggio, è una forma di comunicazione, ha valore simbolico e spesso è definita un mezzo di comunicazione universale per il fatto che è una capacità innata, comprensibile a tutti e che appartiene a ogni essere umano. Tuttavia, la musica è un’attività legata anche all’apprendimento: si pensi alla pratica dello strumento musicale ma anche all’utilizzo di filastrocche e canzoni per imparare nuovi contenuti.
Diversi fattori hanno reso difficile la comprensione della relazione tra musica e linguaggio, soprattutto nei bambini.
In primis per le definizioni eccessivamente restrittive della musica che hanno imposto delle ipotesi fatte sugli adulti e riportate direttamente sui bambini.
In secondo luogo, la musica e il linguaggio sono spesso stati trattati come sistemi in gran parte indipendenti, la cui convergenza dipendeva da fattori quali ad esempio la formazione musicale.
Il Disturbo del Linguaggio e la musica
Un disturbo del linguaggio, che può riflettere un problema di fondo con l’udito musicale, è l’incapacità di riprodurre i suoni che si ascoltano o una difficoltà a produrre i suoni in maniera fluente (ritmica).
Tipicamente, le difficoltà del linguaggio si presentano nel periodo infantile e comunemente si possono osservare difficoltà di comprensione e/o di utilizzo del linguaggio, nonostante ci sia un’intelligenza normale e un ambiente di apprendimento sufficiente, assenza di deficit uditivi o problemi di tipo psicopatologico. Questi ultimi elementi vanno così a caratterizzare un vero e proprio disturbo del linguaggio che richiede un intervento specialistico.
Dove non trattate, queste difficoltà di linguaggio hanno implicazioni di vasta portata su altri aspetti dello sviluppo del bambino, come il successo scolastico, sociale, comportamentale ed emozionale.
Le difficoltà di linguaggio dimostrate dai bambini possono presentarsi in diversi domini del linguaggio a livello della struttura delle frasi (sintassi), nella struttura delle parole (morfologia), nel significato delle parole (semantica) e nell’organizzazione dei suoni per formare le parole (fonologia) nonché nell’utilizzo del linguaggio a livello sociale (pragmatica).
Anche se i bambini con una difficoltà di linguaggio rappresentano una popolazione eterogenea, una caratteristica peculiare è la loro particolare difficoltà nell’area della sintassi e della morfologia.
Come nella dislessia i bambini che sviluppano un Disturbo Specifico del Linguaggio hanno difficoltà nell’elaborazione e nella discriminazione dei contrasti di tempo (Corriveau et al., 2007).
Un bambino con disturbo del linguaggio sembra mostrare una ridotta sensibilità alla durata dei suoni, già visibile a 2 mesi di età, (Friedrich et al., 2004; Corriveau et al., 2007) e ha principalmente un deficit di elaborazione sintattica che si estende anche alla sintassi musicale (Jentschke et al. ,2008).Molti deficit di apprendimento linguistico sembrano essere legati a deficit dell’elaborazione degli stimoli uditivi in ingresso (musicali – sonori).
Questa definizione più ampia del disturbo può aiutare a sviluppare e a sostenere varie tipologie di intervento attraverso la musica, o meglio attraverso la musicoterapia.
In che modo la musica influisce sul linguaggio?
Uno degli scopi delle strategie d’intervento su sintassi e morfologia per l’acquisizione del linguaggio è aumentare la salienza delle caratteristiche morfo-sintattiche. Questo approccio è influenzato dalle teorie che suggeriscono che le difficoltà di linguaggio dimostrate dai bambini siano dovute a competenze di elaborazione uditiva molto povere.
L’aumento della salienza delle caratteristiche morfo-sintattiche è stato ipotizzato che possa ridurre la domanda di elaborazione cognitiva, che a sua volta porta il bambino a porre più enfasi sull’apprendimento del linguaggio focalizzandosi sugli aspetti più sensoriali e quindi percettivi (sonori).
Modificando gli elementi prosodici del linguaggio, come rendere le caratteristiche delle parole più lunghe o più lente, o produrre parole con una dinamica più variabile, può aumentarne la salienza.
L’effettivo ruolo della modificazione della prosodia nell’apprendimento di nuove parole è stato già ampiamente dimostrato con bambini che presentano un disturbo del linguaggio, soprattutto se mostravano difficoltà di ripetizione di ciò che ascoltavano o nella produzione.
La modificazione degli elementi prosodici del linguaggio è esagerata nelle canzoni – che in sostanza sono una combinazione di linguaggio, melodia e ritmo.
L’aggiunta della melodia e del ritmo può fornire così un aumento naturale della salienza delle caratteristiche specifiche del linguaggio.
Diversi studi con varie popolazioni hanno comparato gli effetti delle canzoni rispetto al parlato durante la presentazione di stimoli consistenti in apprendimento di parole, produzione verbale e di testi scritti.Questi studi hanno fornito indicazioni positive sull’utilizzo della canzone per la riabilitazione e l’apprendimento del linguaggio. La melodia e il ritmo costituiscono così due componenti principali della musica utilizzati come mezzo di riabilitazione/rieducazione.
Il disturbo specifico del linguaggio è stato descritto da alcuni, come abbiamo visto prima, attraverso un deficit di elaborazione, ovvero i bambini mostrano difficoltà di percezione, di mantenimento, di interpretazione e di integrazione dell’input uditivo (Leonard & Weber-Fox, 2012).
Quindi è possibile che l’aggiunta dell’indizio musicale fornito attraverso il ritmo e la melodia possa ridurre la richiesta cognitiva per l’elaborazione dei segnali uditivi, così che i bambini possano focalizzarsi sull’apprendimento del linguaggio.
I modelli ritmici del linguaggio che sono esagerati nella canzone faciliterebbero e intensificherebbero la percezione e l’apprendimento del linguaggio.
Uno studio di Schon (2016) e colleghi ha dimostrato che durante l’apprendimento di una nuova lingua, gli indizi melodici e ritmici assistono i partecipanti nel riconoscere i contorni delle parole e quindi essi apprendono nuove parole con più facilità rispetto ai partecipanti a cui vengono presentate solo sequenze di parlato.
Questo fatto continua a fornire una prova evidente di come ci siano elementi della canzone che possano essere efficaci nell’intervento sul linguaggio per i bambini con DSL, che presentano problemi di elaborazione. Vediamoli insieme.
Il ritmo
Risultati da studi di elettroencefalografia – EEG suggeriscono che il ritmo, in particolare il metro musicale nella canzone che si allinea con gli accenti linguistici, migliora la comprensione dei testi attraverso la sincronizzazione dell’attività neurale con le sillabe forti (Gordon, 2011).Questo fatto fornisce una prima evidenza neurologica per l’abilità del ritmo nel facilitare l’apprendimento e il richiamo dei testi delle canzoni.È anche in linea con le ipotesi che suggeriscono che il ritmo inerente alla canzone fornisca una struttura metrico-temporale che permette di raggruppare a livello percettivo e di suddividere le informazioni in unità più maneggevoli a livello cognitivo, tanto da facilitarne il richiamo in memoria.
Melodie e canzoni
Sembra chiaro che l’apprendimento linguistico sia molto facilitato dall’utilizzo delle canzoncine influendo sia a livello ritmico che melodico.La presenza di contorni ritmici può migliorare la discriminazione fonologica, dal momento che il cambiamento delle sillabe è spesso accompagnato da un cambiamento di intonazione e accentuazione.Inoltre la strutturazione costante degli aspetti musicali e linguistici ottimizza il funzionamento dei meccanismi di apprendimento: è più semplice imparare il testo di una canzone cantandola che solo parlando.
Se dovessimo prendere in considerazione che la musica è simile alla prosodia, questi risultati sarebbero in linea con gli studi che dimostrano come la prosodia sia fondamentale per la segmentazione del linguaggio. Segmentare significa essere capaci di percepire il flusso sonoro di una frase come distinta in tante diverse parole, le nostre orecchie sentono per esempio “ierihomangiatounamela” ma la nostra elaborazione uditiva e linguistica elabora “ ieri-ho-mangiato-una-mela”.
Al di là degli studi scientifici che supportano il ruolo della canzone nel facilitare il linguaggio dal punto di vista strutturale e percettivo, la canzone è uno stimolo piacevole per i bambini, che fornisce loro un contesto in cui possono apprendere meglio.
Poiché la canzone è piacevole e motivante, essa permette al bambino di fare pratica attraverso la ripetizione senza il senso di un’esercitazione monotona. Questa ripetizione è cruciale nell’intervento linguistico.L’utilizzo di ripetizioni e routine familiari durante l’apprendimento del linguaggio è anche influenzato dall’idea di assegnare le risorse, cioè quando le sequenze vengono ripetute è dato per certo che i bambini possano ridurre la quantità di risorse assegnate alla comprensione e si possano focalizzare maggiormente sull’apprendimento. La ripetizione inoltre è allenamento, consente di automatizzare diversi processi e quindi migliorare la performance linguistica nel tempo, strutturando altresì nuovi percorsi neurali fondamentali. La musica è uno stimolo multimodale: agisce su più funzioni cognitive in modalità multiple e quindi ha un’efficacia maggiore.
L’utilizzo della musicoterapia nei disturbi del linguaggio
La musica è un mezzo attrattivo, appetibile, accessibile che incoraggia e motiva i bambini a comunicare in maniera più intensa, più efficiente e confidenziale.
Nel momento in cui i bambini cominciano ad esplorare la loro voce, essi scoprono la loro forza nel creare i suoni che emergono da loro stessi e infatti la musica e la voce aiutano a liberare l’espressione di sé.
La prosodia, ripetiamo l’elemento musicale dell’espressività vocale, è ritenuta essere il contributo fondamentale e l’aspetto principale dello sviluppo del linguaggio nell’infanzia e durante la vita.
La musicoterapia può effettivamente sviluppare le abilità ritmiche e prosodiche quando sono deficitarie, consentendo in tale direzione una maggiore efficienza della memoria di lavoro per l’elaborazione e la comprensione del linguaggio (Grosz et al., 2010).
La ricerca indica che il musicoterapeuta può implementare le strategie e le tecniche per soddisfare i bisogni comunicativi del bambino.
Grosz (2010) parla di un approccio individualizzato, particolarmente inerente all’improvvisazione che incorpora e riflette l’espressione musicale e vocale di ogni bambino.
Nella pratica musicoterapica si parla semplicemente di improvvisazione creativa seppur finalizzata: l’idea è quella di elicitare le risposte dell’altro in modo da portarlo a vocalizzare, a crescere e a rispecchiare diversi modelli ritmici e melodici.Vengono di seguito riportati esempi pratici di come possono essere utilizzati gli strumenti all’interno di un lavoro di musicoterapia sullo sviluppo del linguaggio
Quando i bambini suonano uno strumento favorito o uno strumento che comunque li motiva a comunicare, i bambini sono coinvolti e contribuiscono da soli al miglioramento delle loro capacità linguistiche, nonché anche dell’attività senso-motoria.
I bambini sono molto interessati e motivati agli strumenti che creano suoni di animali, ad esempio un guiro può rappresentare il verso di una rana.
Questi strumenti forniscono uno stimolo a suonare e a creare i suoni degli animali. Un altro modo è utilizzare degli shakers di diversa forma come se fossero dei frutti, ad esempio una mela, una banana o un’arancia.Questo utilizzo permette di poter sfruttare canzoni che supportino l’attività del mangiare (quindi le azioni di routine), ma anche la scelta e l’utilizzo di nomi che aiutino la categorizzazione attraverso il gioco.
Ancora gli strumenti a fiato possono risultare molto utili per sviluppare la chiusura delle labbra, il tono muscolare orale e la coordinazione del flusso d’aria.
Inoltre l’esplorazione libera dello strumento facilita anche la vocalizzazione e l’eccessiva salivazione. Il potenziale di poter evocare attraverso l’attività strumentale e vocale questi effetti include la possibilità di dare luogo a un gioco creativo, spontaneo, centrato sul bambino e collaborativo.
La relazione terapeutica ha altresì l’obiettivo di ampliare le abilità comunicative e interattive. Lo scambio in due apre al dialogo, allenando l’attesa del proprio turno, la comprensione del messaggio che l’altro mi sta inviando e un’elaborazione dello stesso per poter rispondere come meglio credo. Un’attività nella quale le abilità di base della comunicazione diventano fondamentali per costruire quei mattoncini fondamentali per comprendere e farsi capire. Tali processi devono essere implementati da un professionista qualificato che sappia guidare tali attività per raggiungere i risultati sperati attraverso metodologie e strumenti propri della musicoterapia.
La musicoterapia come terapia di supporto al linguaggio
Sembra evidente come la terapia musicale sia funzionale alle qualità musicali e prosodiche, nonché allo sviluppo del linguaggio.
Durante le sessioni di musicoterapia i bambini sembrano accedere al proprio potenziale e sono anche in grado di adattarsi ad un altro ambiente così come alle nuove situazioni come ad esempio l’utilizzo di proposte musicali simboliche d’immaginazione, l’uso di canzoni con temi di fantasia o del gioco con i suoni.
Il miglioramento delle capacità cognitive sembra poi avere un risvolto anche sui modelli d’azione che sembrano più coordinati e integrati tra loro.
L’integrazione del pensiero e quindi dell’azione richiede necessariamente una significativa capacità cognitiva. La musicoterapia può potenziare tali risorse e promuovere questa integrazione tra il pensare e il fare.
Le sequenze ripetitive e l’utilizzo di pause e interruzioni alla fine di ogni frase di canzoni familiari possono motivare il bambino ad anticipare e contribuire a terminarle, mentre le canzoni create di persona, con l’immaginazione e la fantasia, possono evocare un senso di identità musicale e appartenenza personale.
I terapisti del linguaggio e i musicoterapeuti devono sviluppare approcci sistematici insieme, in un contesto multidisciplinare e di lavoro collaborativo.Condividendo gli obiettivi e lavorando insieme sull’intensità e la velocità del linguaggio, nonché sull’intelligibilità, musicoterapia e logopedia possono creare un processo terapeutico flessibile ed efficace, ma soprattutto ideale per i bambini con disturbi del linguaggio.
Psicologa e Musicoterapeuta – Centro Newton